Da CATERING N° 5

Recensione Settembre / Ottobre

L’INDIA, CON STILE
Garbato, etnico e sobrio, con grandi tavoli e ampi spazi. La cucina è a vista, il locale è decorato con opere d’arte molto belle (dell’artista Davide Grazioli) e un suonatore di sitar accompagna le serate. Siamo a Milano e stiamo parlando del ristorante Sarla, locale dove si possono degustare specialità tradizionali del Nord dell’India, sorto in un ex deposito della centrale di via Gaspara Stampa, il cui nome – come ci spiega Shekhar Reikhi che lo ha creato dopo essersi trasferito nel capoluogo lombardo da Nuova Delhi nell’ormai lontano 1981 – è quello di sua madre, a cui il proprietario “deve tutto il suo sapere sulla cucina”.

Nelle proposte culinarie si parte con antipasti come schiacciatine di legumi, fagottini ripieni, fritti in pastella, involtini, polpettine e insalate.

Seguono i piatti tandoori, ossia cotti nell’omonimo forno di terracotta: carni, pesci e verdure tagliati a bocconcini, marinati e quindi cotti ad elevata temperatura per pochissimi minuti.

Inoltre i curry, ragù di vegetali, piatti a base di carne o pesce cotti in umido con verdure varie e delicatamente profumati con il curry. Riso in umido in una vasta scelta e otto diversi tipi di pane, ricchezza, quest’ultima, tipica della cucina indiana e molto apprezzata dai clienti.

Il servizio è tranquillo e professionale, i piatti sono molto curati e ben presentati, anche perché lo staff del ristorante è interamente indiano.Si pranza o si cena con 30 euro (bevande escluse); il coperto è di 2,50 euro ma comprende il naan (pane caldo) accompagnato dalle sue salsine. Buona scelta dei vini (sessanta circa di provenienza italiana, cinque i vini indiani). Se si pranza a mezzogiorno, oltre alla carta, c’è la possibilità di scegliere il thali, un vassoio di cinque proposte accompagnate da pane e riso al costo di 12 euro.